Riflessioni amare di una “gattara”

Spesso le loro uniche carezze sono le mie sui loro corpi già tiepidi dopo una vita passata a non fidarsi di nessuno.

Non serve che io ripeta il mio mantra “dai vieni qui che ti voglio bene”. Hanno imparato che troppo spesso l’umano è cattivo e la fiducia una volta persa non la recuperi.

A me non resta che inondare di lacrime la vostra pelliccia tiepida e inanimata sulla quale non ho mai potuto posare una carezza. Li accompagnamo per un breve periodo della loro vita e poi dobbiamo lasciarli andare in un mondo di luce senza sofferenza né dolore. È il ciclo della vita, mi dice chi ha più buon senso di me.

Lo so che è così ma questo non mi esenta dal soffrire per ognuno di loro. Ed a sentire la loro mancanza. Anche di quelli che non ho mai neppure sfiorato con le dita.