Storia di Artù e Tobia

Ho visto cose … dopo quasi trent’anni di gattile. Ho visto di tutto, nel bene e nel male. I gatti arrivano, li curiamo se necessario, cerchiamo di ricostruire la loro vita, di trovare per loro una nuova casa, qualche volta ci capita solo di accompagnarli sul ponte. A volte si riesce a comprendere le situazioni familiari, a volte viene soltanto una grande rabbia verso gli umani (questa settimana mi hanno chiesto di far entrare in gattile una gatta di ventidue anni, con la solita storia che il proprietario è morto e nessuno se ne può prendere cura).

Ci sono storie che sono rimaste impresse nella mia memoria, che in qualche modo fanno parte della mia vita. Ora vi racconto la storia di Artù e Tobia. Due bellissimi gatti di circa sette-otto anni, che vivevano in una famiglia dove erano adorati. Purtroppo la loro compagna umana si ammalò gravemente e dovette subire un trapianto di rene. I medici le proibirono tassativamente di tenere animali in casa, date le sue condizioni di salute precarie. Andai personalmente a prendere i gatti (in genere faccio in modo che siano i proprietari a portarli in gattile perché nel caso contrario le povere creature sviluppano un odio notevole nei miei confronti, che sono la persona che li porta via dalla loro casa). Mi accolse questa giovane madre con un figlio di dieci-dodici anni. Piangevano disperati. “Non voglio vederli andar via” mi disse, e si chiuse in camera con il figlio. Fuori della porta li udivo singhiozzare. Mi sentivo un mostro, ma non c’era purtroppo altro da fare.

Tobia e Artù erano due “gattoni ciccioni”, bellissimi e buonissimi.Vivevano in simbiosi, e in gattile stavano sempre vicini vicini, si facevano coraggio a vicenda. Non l’avevano presa malissimo, tutto sommato se la cavavano.

Un giorno arrivò una coppia, che cercava un gattino cucciolo, dopo la morte del loro gatto amatissimo (lui mi fece vedere la foto del gatto, che portava in un medaglione al collo). Lui era alto alto, magro magro, con i capelli legati in un codino, aveva l’aria di un biker o di un cantante rock. Lui tutti spigoli, lei piccina e morbida di lineamenti. Si capiva che erano due persone molto legate. Scoprii poi che era veramente un musicista:avevano un complesso musicale, lui suonava e lei ere la cantante.

Cuccioli non ce n’erano, e allora si misero a guardare i gatti adulti. Non so chi dei due, fra Artù e Tobia, fu il primo a cercare di catturare l’attenzione della coppia. Ma so che fece breccia nel cuore del cantante rock. Che decise di adottarlo. “Sono due fratelli”, dissi, “non vorrei separarli”. “Che problema c’è, mi rispose, li prendiamo tutti e due”.

Un’adozione di quelle che ti restano nel cuore. I gattoni ciccioni andarono a fare i principini. Poi la vita va come va, il loro umano andò a raggiugere Jim Morrison e Jimi Hendrix nel paradiso del rock e loro furono fondamentali per alleviare il dolore della loro umana. Poi anche loro, ormai anziani, sono volati via verso il ponte dell’arcobaleno. Al loro posto c’è ora una deliziosa micetta, ma nel cuore della loro umana non potranno mai essere sostituiti.

                                                                                                                                                                   Clementina